Interessantissimo lavoro di Bruno Callieri per Treccani, del quale pubblichiamo un estratto.
Il testo integrale è disponibile a questo indirizzo.
Corporeità
Dal latino medievale corporeitas, derivato di corporeus, “corporeo”, il termine indica l’avere un corpo e anche l’essere corpo. Questa polarità è centrale nell’analisi del concetto di corpo elaborata dalla riflessione fenomenologica, la quale mira a sottolineare il carattere di esperienza vissuta proprio della corporeità, la sua capacità di costituirsi come presa di coscienza del nostro essere nel mondo. L’esperienza vissuta del ‘corpo proprio’ investe uno dei nodi essenziali della psicopatologia e costituisce uno dei problemi più appassionanti dell’indagine antropofenomenologica. Anche il più accurato studio neuropsicologico delle cosiddette agnosie corporee mette infatti in risalto l’importanza della dimensione antropologica: esperire il corpo come presa di coscienza che ci sottende e nel contempo ci costituisce. Anche dove l’oggettivazione sembrerebbe più scontata, la riflessione fenomenologica ci porta a recuperare inevitabilmente quell’insopprimibile istanza prossima all’Io che fa del corpo l’esperienza essenziale della ‘presenza-al-mondo’. M. Merleau-Ponty (1945) sostiene che abbiamo riappreso a sentire il nostro corpo perché esso ‘è sempre con noi’ e ‘noi siamo corpo’.